Leo Leonardo

La Zingaretta - Intermezzo a due voci

(Musica vocale profana)
Wrocław, Biblioteka Uniwersytecka (PL-WRu) 60549 Muz
Trascrizione a cura di Antonio Frigé
Introduzione di Serena Agostini

70 pagine

ISMN 979-0-705083-67-5

“Corri, vola a Napoli ad ascoltare i capolavori di Leo”, così nel 1764 scriveva Jean-Jacques Rousseau, invitando a godere appieno di quell’arte musicale che l’aveva resa importantissima e nominando primo fra tutti Leo come musicista degno di menzione nella musica partenopea.
I motivi culturali e storici che fecero di Napoli una capitale di respiro europeo vanno ricercati nel pensiero preilluministico che, tra l’altro, promuoveva la nuova idea di arte sottratta dai circoli specialistici ed immessa in un percorso di committenza, più pratico e sociale. In questo florido contesto culturale nasce nel 1694 Leonardo Leo. Di origine brindisina, viene indirizzato giovanissimo allo studio della musica nella capitale del Regno ed iscritto come allievo convittore al Conservatorio della Pietà dei Turchini. Già nel 1713 è inserito come organista soprannumerario nella Reale Cappella e da qui, grazie all’amicizia con il Marchese Pietro Stella, ottiene i contatti per essere introdotto a corte e al Teatro San Bartolomeo: il teatro ufficiale di corte.
Gli anni tra il 1708 e il 1734 sono quelli della dominazione austriaca del viceregno, che afferma, per quanto riguarda la vita musicale, la dominazione di Alessandro Scarlatti e, principalmente, di quattro musicisti da lui direttamente o indirettamente formati: Leonardo Vinci, Domenco Sarro, Francesco Durante, anch’essi citati da Rousseau, e Leonardo Leo. Con il viceregno austriaco si consolidano alcune pratiche culturali, riguardanti alcune innovazioni sul consumo delle opere serie e degli inter- mezzi: il secondo decennio del 1700 è caratterizzato tra l’altro dalla sempre maggiore indipendenza dei secondi dalle prime. Nell’ottica di questa emancipazione si ricorda un ruolo fondamentale al teatro dei Fiorentini che, a partire dagli stessi anni, comincia a rappresentare spettacoli in musica, sempre più frequentemente e in accordo con l’interesse sociale dell’epoca, e a lasciare spazio al genere comico e dialettale di ambientazione borghese-popolare, caratteristica per altro degli intermezzi.
Della vastissima produzione musicale del don Lionardo, così amava firmarsi, si annoverano non senza meraviglia più di 150 lavori destinati al servizio liturgico e circa 60 produzioni tra cantate e serena- te, opere serie, opere buffe, feste teatrali e intermezzi.
Gli intermezzi da lui scritti talvolta sono stati presentati in maniera autonoma: è il caso dell’Impresario delle Canarie, eseguito a Madrid per il matrimonio di Filippo di Borbone nel 1739. Diversa la destinazione de La Zingaretta qui edito...
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