Alberti Giuseppe Matteo

XII Sinfonie a quattro, Opera seconda

(Musica strumentale)
Sibley Music Library, Rochester
XII Sinfonie (Concerti) a quattro: due violini, viola, violoncello e organo.

Trascrizione a cura di Antonio Frigé
Introduzione di Simona Di Martino

130 pag.

ISBN 978-88-98342-33-4

Giuseppe Matteo Alberti (Bologna, 20 Set 1685 – 18 Feb 1751) è stato uno degli ultimi rappresentanti della celebre scuola bolognese sorta attorno alla Basilica di San Petronio, dove fu violinista dal 1709. A dispetto di un'esistenza relegata, pare, nei limiti del territorio emiliano, le composizioni di Giuseppe Matteo Alberti riscossero un notevole successo all'estero, in particolare in Inghilterra, dove assieme a Tommaso Albinoni, Antonio Vivaldi e Carlo Tessarini, risulta tra gli autori più eseguiti della prima metà del Settecento...

Pur recando il termine "sinfonie" nel titolo, le singole composizioni delle XII sinfonie a quattro (1725) all'interno vengono indicate come "concerto". Tale apparente incongruenza può dirsi risolta se consideriamo queste composizioni come "sinfonie" secondo l'aspetto della forma, in quanto tutte, eccezion fatta per la VI che è in quattro movimenti, riflettono lo schema tripartito della coeva sinfonia d'opera. Se guardiamo invece al loro contenuto, esse sono "concerti" nel senso generico di dialoghi tra più strumenti - in tal caso due violini, una viola e una parte di basso continuo, da affidare all'organo e al violoncello. La preminenza dei due violini, con viola e basso ridotti per lo più a funzioni d'accompagnamento, è soltanto una delle soluzioni orchestrali che Alberti adotta in questi concerti. in particolare nei nn. III, IV, V e X. Un'idea maggiormente rivolta all'equilibrio orchestrale fonda invece i concerti VII, VIII e XI, mentre un procedimento dualistico "a blocchi", in cui i due vl dialogano in una situazione di parità con viola e basso, è evidente nei concerti I, VI e IX; quest ultimo, nel primo movimento, si distingue per la riduzione della vla e del basso ad un'unica parte, ricordando così la struttura tipica della sonata a tre (due vl + b.c.). Sparsi qua e là nel corso dell'intera opera, non mancano ovviamente episodi solistici o intere sezioni (come il Presto del Concerto VI) dedicate al virtuosismo del primo violino, firma stilistica obbligata per un compositore dell'epoca. Il Concerto XII, essendo l'ultimo della raccolta, sigilla tale ricchezza d'inventiva orchestrale riassumendo in sè tutte le combinazioni strumentali saggiate nei concerti precedenti. Unica eccezione alla formazione a quattro parti che caratterizza queste composizioni è il Concerto II, che aggiunge al quartetto di base due violini obbligati, consentendo maggiori possibilità di contrasti strumentali; questo concerto è infatti l'unico della raccolta ad essere strutturato in sezioni che alternano i Soli al Tutti, sul modello del concerto grosso di matrice corelliana...
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